«Il nostro corpo è il fondamento della nostra identità. Scrivere un libro non fa di me un uomo. Essendo uomo, che è l'essenza della mia natura, posso anche essere uno scrittore. Se uno si può identificare con il proprio corpo in quanto proprio essere, se può semplicemente dire “io sono un uomo” o “io sono una donna”, scoprirà che la sua vera identità deriva dall'eredità comune, non da ciò che ha di speciale. Cosa intendo per eredità comune? Ciò che è in comune a tutti è il corpo e il suo funzionamento. A un livello di base tutti i corpi funzionano in maniera simile. Per essere speciali si deve negare l'identificazione con il proprio corpo, perché questa identificazione implicherebbe che si è simili a tutti gli altri. Inoltre, si devono negare i propri sentimenti, perché anch'essi sono comuni. Tutti amano, odiano, si rattristano, hanno paura e così via. La persona speciale deve essere al di sopra del corpo e dei suoi sentimenti.
L'individuo speciale è isolato. Parlando di gente comune intendo gli esseri umani in generale. Le persone comuni si integrano tra di loro. Appartengono alla razza umana; condividono le comuni lotte, [...] ridono, piangono, provano piacere e dolore, conoscono tristezza e gioia. Vivono la loro vita e sono soddisfatte. La persona speciale immagina una vita e in questo modo si crea un destino eccezionale.»
(da Alexander Lowen, Il narcisismo. L'identità rinnegata, Milano 2007, p. 112-3)
In passato ho letto i principali romanzi di Dostoevskij. Dopo Delitto e Castigo, mi sembrava che ogni nuova sua opera mi avvicinasse in qualche modo al senso dell'esistenza: ognuno di essi mi ha formato in modo fondamentale. Al tempo guardavo i miei coetanei che leggevano La Gazzetta dello Sport, o al meglio Baricco o De Luca, con disprezzo profondo, intransigente. Erano né più e né meno degli esseri inferiori, mi vergognavo di loro e per loro. Non capivo che se la natura avesse voluto che il senso dell'esistenza fosse manifesto, avrebbe dotato gli umani di un organo per appropriarsene. Invece gli esseri umani hanno un corpo per sentire il piacere e il dolore, per provare sensazioni. Privandomi di tutto ciò, mi privavo della comunanza con gli altri, oltre che della felicità.
Diverso non significa speciale. In natura è privilegiata la conservazione rispetto al cambiamento e quest'ultimo è tollerato solo quando porti qualcosa di positivo, un evidente miglioramento. Tutti riconoscono che sei diverso: non ascolti la musica che ascoltano gli altri, non frequenti i luoghi che frequentano gli altri, non ti piacciono le cose che piacciono agli altri. Questo però, al resto del mondo non dice nulla sul tuo valore. Dice che non sei integrato, che hai scelto una strada poco battuta, ma non indica dove questa strada porti. Tu sei un rischio, perciò la maggior parte delle volte non piaci. Non comportandoti come gli altri, ti privi dei piaceri che sono riservati ai più, come l'amore e il sesso. Solo in futuro, se la tua diversità ti porterà a raggiungere traguardi riconosciuti, sarai apprezzato come speciale. Per ora sei strano e basta. Non puoi biasimare le donne per questo: perché dovrebbero investire su di te?
L'età dell'adolescenza è finita: è stata dolorosa ed insoddisfacente perché non eri come gli altri, e un adolescente diverso dagli altri è un adolescente solo. Ma è finita. Ora la domanda principale che ti verrà posta è “Che cosa fai nella vita?”. Sono un specializzando in oncologia: bene, un futuro medico. Sto facendo pratica legale presso lo studio Tal De Tali: un futuro avvocato. Sto finendo il dottorato di ricerca in letteratura italiana: un futuro professore. Non è difficile trovare un donna che sia attratta dal possibile futuro che un uomo le suggerisce: ci sono donne che si vedono vicine a un calciatore, a un medico, a un professore, ecc. Oggi risponderesti: “Sono un laureato in filosofia che sta studiando Ingegneria del Cinema e dei mezzi di comunicazione” Che roba è questo qui? Dove mi vuole condurre? Io non voglio perdermi... Una reazione del genere è assolutamente normale, io stesso se fossi una donna non mi fiderei di me. Ciò che è richiesto ad un adolescente è essere carino, vestito come uno carino e della stessa personalità di uno carino. Guarda avanti, la tua occasione di vivere sfrenati amori adolescenziali l'hai avuta e non l'hai saputa sfruttare. Teoricamente l'hai fatto per costruirti un futuro, cioè per avere un vantaggio nella condizione odierna. Così direbbero i tuoi genitori, ma tu sai naturalmente che non è vero, che è stato sempre l'amore ciò che hai cercato. A prescindere dai moventi, le tue scelte passate ti hanno portato in questa nuova situazione. Devi cercare la motivazione necessaria per terminare il ciclo che hai avviato, magari ritrovare un po' di quell'arroganza dei tempi andati, quell'arroganza senza la quale, purtroppo, oggi non viene riconosciuta alcuna capacità.
Bisognerebbe sempre valutare i comportamenti sulla base della biologia. Siamo poco abituati a ragionare in termini biologici. Un comportamento riprovevole sulla base di argomentazioni filosofiche, sociologiche, storiche, artistiche ecc., può essere inattaccabile dal punto di vista della natura. Così come azioni e modi di vivere esaltati dalle élite culturali possono essere e sono rifiutati dalla natura come scelte sbagliate. Marco Ferreri, per esempio, era uno dei più apprezzati registi cinematografici degli anni Settanta ed Ottanta. Ha regalato all'umanità capolavori del cinema ed è stato premiato in numerosi festival. Tuttavia nelle sue interviste dichiarava di essere infelice e di pensare spesso alla morte, attribuendo la causa di ciò al suo rapporto difficile con le donne. Ferreri non era certo bello, ma soprattutto era un disadattato, un diverso. La sua vita ruotava intorno alla letteratura e al cinema, alla cucina e al teatro, ma l'amore non vi trovava spazio. Ciò che voglio sottolineare qui è che alla natura non importa nulla dei film, della letteratura, del teatro: dobbiamo convincerci che le donne hanno lo stesso sguardo verso di noi che avrebbe la natura. Se filosofia e arte ci portano a raggiungere traguardi utili per il genere umano, tanto che il nostro patrimonio ereditario sia percepito come migliorativo per la specie, allora risultiamo attraenti al mondo femminile nonostante la nostra diversità; nel caso contrario dobbiamo possedere altre caratteristiche di fascino (per esempio la bellezza, il savoir-faire, la capacità di ingannare), ma non possiamo fare affidamento sui nostri talenti. Non c'è nulla di utile in un film dove il protagonista si suicida dopo avere dipinto una pistola con colori sgargianti, la donna questo lo sa inconsciamente, sa quando la tristezza è desolazione profonda. E fugge via. La natura l'ha fornita di un meccanismo biologico di “fuga dalla sconfitta”, per cui molte scelte le compie in maniera del tutto irrazionale.
3 commenti:
grazie
Maledettamente vero.
Il problema è dei genitori della ragazza che poi l'accusano di stare con un fallito strambo.
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