
È vero. Le persone interpretano parole identiche in modo diverso. Una stessa frase può essere accolta in maniera differente a seconda, ad esempio, di come è trascorsa la nostra giornata, dell'umore che ci caratterizza in quel momento, persino dei sentimenti che proviamo per il nostro interlocutore. Magari è un'osservazione banale, un po' scontata. Malgrado questo, però, sono rimasto molto colpito dal racconto di un amico, il quale mi ha rivelato gli infelici esiti di una storia vissuta assieme a una ragazza con cui usciva da un paio di mesi. In poche parole, benché lei lo trovasse un ragazzo stupendo, dolce, con cui si trovava estremamente a suo agio (“indubbiamente il primo con cui le accadeva una cosa del genere”), lei non riusciva ad “essere coinvolta”. E quindi, preferiva non continuare la loro storia.
Mentre mi raccontava tutto questo un po' sconsolato, però, nelle sue parole ho scorto un po' di verginale ingenuità (che ho trovato stupenda) sul fatto che lei lo ritenesse in un certo senso speciale. Lui, in fin dei conti, considerava davvero importanti quelle poche e semplici (banali?) parole. Ma lei?
Voglio dire, quanto poteva essere importante per lei dirgli quelle cose? Non voglio insinuare che stesse mentendo, oppure che stesse usando un piccolo stratagemma per rendere la pillola meno amara o per uscirne “pulita”, ma non si è forse rivelata un po' ipocrita? Perché ammettendo che lei lo pensasse realmente, non è forse sbagliato chiudere una storia con queste parole quando si è consapevoli dei sentimenti altrui? E se lui fosse stato davvero innamorato, le cose non sarebbero andate peggio? Non sarebbe stata estremamente più dura riprendersi?
A dire il vero, mi sono spesso ritrovato sia nell'una che nell'altra situazione, quindi posso dire di avere una certa esperienza in materia. Ma nell'ascoltare il suo racconto, per un attimo ho (ri)vissuto anch'io quella stessa, dolcissima ingenuità. Poi però ho anche capito una cosa: chi si trova in una posizione di forza (impoverito di sentimenti in questo caso), può soltanto constatare che quello non è nient'altro che un rettangolo rosso disegnato su una lavagna. Mentre per l'altro/a , invero, esiste qualcos'altro, magari un semplice sbuffo di sogno, che va oltre questa realtà oggettiva. Ma forse è proprio questa stessa emozione, per quanto piccola, ad essere davvero unica e speciale, al di là delle parole che ci vengono raccontate. Al di là di un semplice rettangolo rosso, che nonostante l'indifferenza altrui (la realtà oggettiva?), in lui e in noi continuerà a rinascere per sempre.
4 commenti:
complimenti al nerion per il post e agli a.nal + thepèlos + elia per il film, mi sono entrambi piaciuti molto!
Spero che adesso vorrai sposarmi.
non prima che avrai corretto "aldilà", nerion, che si scrive staccato... openoffice non te lo segnala perchè lo interpreta come un sostantivo ;)
Morte
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