martedì 16 febbraio 2010

Dell'amore, della vita.

Sembra assurdo tornare a scrivere qui dopo mesi, ma ho pensato che questa piccola riflessione potesse tornare in qualche modo utile a tutti. È naturale alla conclusione di anno qui, come alla fine di ogni cosa, trovarsi seppur inconsciamente a fare i conti, i bilanci di un periodo oramai terminato.
Qualche anno fa, mio padre è tornato da lavoro raccontandoci di un suo collega andato in pensione, quest'uomo, andandosene dopo anni di lavoro, raccontava di come gli sembrasse di aver cominciato a lavorare soltanto il giorno prima. Era come se di tutti quegli anni di lavoro e carriera non avessero lasciato niente, egli incolpava il fatto di non aver avuto dei figli: "Sei fortunato", diceva a mio padre, "i figli ti scandiscono la vita".
Al tempo io non capivo, ma questa riflessione rimasta scolpita nella mia memoria non poteva che riaffiorare in questi giorni di fine. È stato un anno fantastico e pieno di novità questo è certo, sono successe parecchie cose e ci sono state delle belle novità per me, eppure faccio una grandissima difficoltà a riconoscere nell'ultimo anno dei "giorni unici", a trovare al tempo dei bordi netti e definiti.
Se penso al periodo in cui ero innamorato, invece, i "giorni unici" sono molto più numerosi: quella volta che ho pensato, quella che ho detto, la sera in cui ho scritto, la mattina in cui ho pensato...
Ho capito quindi due cose: la prima è che se vogliamo dare alla vita un senso, dobbiamo essere in grado di riempirla di momenti unici e che l'amore con la sua potenza è una di quelle cose che può aiutarci a farlo.

3 commenti:

1Co ha detto...

Tempo fa scrissi come commento a un post di Fede che ero onorato della sua amicizia. Tocca anche a te.

È raro leggere in così poche righe un senso tanto profondo. Bella bro.

Fede ha detto...

grandissimo ritorno, e gradito.

Il nero ha detto...

Grossissimo