mercoledì 21 luglio 2010

Perché prima o poi la vita ti zittisce

È un momento delicato. E, per quel che mi riguarda, essere in un momento delicato significa sentire tra la mani qualcosa di prezioso, significa avere qualcosa da perdere. Vista la mia impostazione (o imposizione) caratteriale, ho la sensazione di trovarmi in una situazione tutt’altro che semplice, azzarderei pericolosa. E il motivo è uno soltanto: non arranco nel fondo di quel pozzo oscuro. Non vedo le persone che mi stanno accanto distanti e irraggiungibili, non ritengo che la mediocrità caratterizzi l’essenza del mio essere. Sotto di me osservo il vuoto, poiché ho provato a risalire la china. Ma ho il timore di cadere.

In questi mesi ho cercato di andare avanti tentando di seguire alcuni precetti che ritengo fondamentali: provare, concedermi qualche opportunità di fallire e dopo aver fallito non disperarmi, ma sfruttare l’occasione per poter crescere, andando avanti lungo la mia strada. Tutto ciò per non avere rimpianti, per costruire una buona identità, per fare in modo che se mai fossi inciampato nuovamente su un device ragazza, allora sarei stato una persona migliore di quanto non fossi in passato.

A proposito del passato, tempo fa dialogando con me stesso giunsi alla seguente riflessione:
- Quindi l'ameresti di più, la coccoleresti, la riempiresti di baci ancora più di prima, giusto amico mio?
- Sbagliato. Vivrei di più tutto ciò che mi sta attorno. Vivrei con maggiore intensità il nostro universo, cosicché potrei regalarle un uomo vero. Un uomo forte che possa donarle sicurezza e con cui costruire qualcosa d'importante. E non le farei mancare nulla di ciò che le regalavo prima. Che oggi mi sembra così poco.
Ci sto provando. E considerando come sono partito, qualcosa sono riuscito a costruire. Ora si tratta semplicemente di continuare a salire, ricalibrando la profondità di quel pozzo affinché la situazione in cui mi trovo oggi rappresenti il fondo da cui ripartire. Ricordando che umiltà e incanto fino ad oggi hanno fatto la differenza. Guardando in alto con coraggio, ma stavolta non da solo.

3 commenti:

Gabbo ha detto...

Nero fa veramente piacere sentirti dire queste parole. È bello vederti risalire il pozzo, fa piacere il fatto che sforzi del passato ti aiutino ora a risalire piano piano, con l'aiuto di una persona.
In questo momento, per me, è solo il contrario. Sto piano piano sprofondando dentro ad un pozzo in cui ero riuscito a salire. E non vedo la fine

Il nero ha detto...

Garzo, rileggendo ciò che ho scritto credo di essermi entusiasmato un po' troppo, anche perché siamo soltanto agli inizi e non si può sapere cosa accadrà.

Rispetto al tuo stato d'animo, credo che in questi casi sia importante riportare la propria attenzione e le proprie energie su se stessi. Bisogna essere, senza mezzi termini, il centro del proprio mondo.

Ma deve essere un momento di transizione. Un modo di affrontare l'emergenza per poter arrivare a una sorta di riconciliazione col mondo, e magari, quando le cose si saranno stabilizzate, provare a riaprirsi di nuovo.

Fede ha detto...

gabboloso ti coccoliamo noi quando torni!